Dopo diversi mesi di pausa per mancanza di ispirazione torna la rubrica Style Things, dove sono solita raccontare le mie cose preferite del mese tra esperienza, visioni, ascolti, letture, cose imparate e talvolta anche viaggi. Per una fortuita coincidenza dicembre è stato un mese ricco di stimoli grazie a un viaggio negli Stati Uniti nella mia amata Boston (per la quarta volta) e una vacanza in Alto Adige a Natale. Iniziamo quindi con le Style Things di dicembre 2022.
Sedetevi comodi perché la faccenda è lunga. Ma qui funziona così, è un luogo per chi ama i contenuti lunghi, per chi ama leggere e non (solo) i video brevi mordi e fuggi, le foto con la frase motivazionale o i post di dieci righe. Buona lettura!
Style Things di dicembre 2022: le mie cose preferite del mese
Il mese di dicembre è stato finalmente diverso da quelli che lo hanno preceduto, per tanto tempo. E dopo tre anni ho ripreso un aereo; per il primo volo pensavo a qualcosa di più breve, magari in Europa, ma ho avuto l’occasione di tornare a Boston e l’ho colta al volo. Non ho funzionato esattamente come la mia ultima volta a Boston nel 2019, non ho pianificato nulla se non giorno per giorno, ho visto e fatto solo quello che mi andava, sono tornata nei miei luoghi del cuore, ho fatto foto e video e non ho pubblicato nulla sui social. Quindi se volete scoprire tutto di quel viaggio dovrete leggere quanto segue.
Se poi l’idea di andarci vi ispira molto vi segnalo che ho già scritto una Guida ai quartieri di Boston e i 10 motivi per visitare la capitale del Massachusetts. Vi segnalo inoltre un altro Style Things speciale Boston (e Baltimora) del 2019 e il mio racconto sul Thanksgiving.
Viaggi
Iniziamo le Style Things di dicembre 2022 con la sezione dedicata ai viaggi. Ormai è sempre più raro che io lasci la mia casa lungo la Martesana per avventurarmi nel mondo, soprattutto se paragono la frequenta attuale con quella che ho mantenuto fino a inizio 2020.
Però il mese di dicembre è stato intenso e pieno di cose. Ne sono felice. La prima metà del mese l’ho trascorsa in Usa, a Boston; in realtà da fine novembre ma questa volta non ho trascorso il Thanksgiving con una famiglia americana come nel 2019 ma sono arrivata in città subito dopo.
Sono stata a Boston quasi due settimane e ho alloggiato in pieno centro, a Downtown proprio a pochi passi dagli splendidi parchi Boston Common e Boston Public Garden. Durante i miei precedenti soggiorni avevo alloggiato nello splendido quartiere residenziale di Beacon Hill (il mio preferito) e nell’elegante Back Bay, a sud del Charles River.
Ho ripercorso le tappe fondamentali per me in città, che avevo già visto in inverno e in estate nei mesi di giugno e settembre. Ma sono i miei luoghi preferiti in assoluto e quando sono lì non posso fare a meno di andarli a rivedere. Ma di questo vi racconterò nel prossimo paragrafo dedicato ai posti belli.
Mentre ero a Boston, durante un weekend, ho organizzato all’ultimo minuto una trasferta in giornata nel Maine; si tratta di uno Stato a nord del Massachusetts, separato da esso solo da pochi km di New Hampshire. In particolare sono andata a Portland con l’obiettivo di mangiare uno degli astici del Maine, famosi in tutto il mondo, e di fare un breve tour costiero a caccia di fari (la mia attrattiva preferita lungo le coste del New England). Avremo modo di parlare più sotto di tutto quanto.
L’altro viaggio di dicembre è stato in occasione delle vacanze natalizie. Sono stata in Alto Adige da Natale a Capodanno per godermi un po’ di tranquillità, paesaggi spettacolari, la natura, la neve, il relax che quei luoghi sanno donare. E anche il buon vino e la buona cucina. Sono tornata in quello che dallo scorso anno è diventato il luogo del cuore di famiglia e dato che questo è stato il nostro soggiorno là posso dire che non ci ha mai delusi.
La zona è quella di Anterselva, proprio vicino al lago e a un magnifico bosco, nei pressi delle piste da sci di fondo. Non nei paesini presi d’assalto dai turisti sciatori, trafficati e rumorosi, ma in un’oasi di pace. Poi se come me non sciate o per voi la vacanza in montagna non gira intorno a questo sport ma volete fare anche altro, ho scritto un articolo sull’Alto Adige e la montagna per chi non va a sciare.
Posti belli
Partiamo da Boston. Non è la prima volta che la visito quindi ormai ho i miei luoghi preferiti che vado sempre a visitare e dove amo trascorrere il tempo, tra questo paragrafo e il prossimo ve li racconto.
Amo, amo, amo andare all’Esplanade lungo il fiume Charles. Si tratta di un parco tra Beacon Hill e Back Bay, con percorsi per lunghe camminate o per correre, panchine, prati, alberi, laghetti e piattaforme in legno sull’acqua con grandi poltrone dove ammirare il tramonto. È uno dei primi posti in cui vado quando sono a Boston, questa volta è stata la primissima; il cielo era coperto e l’atmosfera era malinconica, era meraviglioso tanto quanto in una delle giornate di sole che ci sono state nei giorni successivi.
In estate preferisco andare a passeggiare nel tardo pomeriggio, quando fa meno caldo, da lì a Cambridge costeggiando il fiume su entrambe le sponde e attraversando sui due ponti percorribili anche a piedi, per poi fermarmi al tramonto. Inoltre è possibile affittare una piccola barca a vela. In inverno quella zona è piuttosto esposta al vento quindi mi copro più del solito e vado ma in pieno giorno, durante le ore più calde. In ogni stagione e con ogni clima è sempre bello.
Altro posto bello in cima alle mie preferenze è la Boston Public Library, fondata a metà Ottocento, la prima aperta al grande pubblico negli Stati Uniti e a permettere alle persone di prendere in prestito libri. Al suo interno c’è una parte moderna ma quello più affascinante è il nucleo originale con la Bates Hall a volta e la scalinata d’onore.
Questo viaggio mi ha regalato anche un nuovo posto bello; un sabato sono andata in auto a Portland, nel Maine e prima di arrivare in città ho fatto un piccolo tour lungo la costa alla scoperta dei fari, in particolare due: Portland Head Light poco più a sud di South Portland e famoso per essere il più antico del Maine e poi Cape Elizabeth East Light Tower appunto a Cape Elizabeth.
Del viaggio in Alto Adige durante le vacanze di Natale invece ricorderò sempre le giornate del 25 e del 31 dicembre, entrambe con uno splendido sole, trascorse a passeggiare tutto intorno lungo le sponde del Lago di Anterselva, tra i pini, la neve e l’acqua ghiacciata, con poca gente e tanto silenzio. Non riesco ad immaginare un modo migliore per trascorrere due giornate di festa, all’aperto, nella natura, senza stress. A un certo punto durante il giro del lago si incontra un rifugio dal quale godere di una splendida vista attraverso grandi vetrate ma rimanendo al calduccio; lì si può pranzare (anche in quei giorni) oppure prendere un dolce e una bavanda calda. Io ho preso un tè e mi sono goduta il paesaggio prima di riprendere la marcia.
Un ultimo posto bello è l’hotel nel quale alloggiavo, il Falkensteiner Antholz. Ve ne ho già parlato in altre occasioni perché questo è stato il mio terzo soggiorno là e sono sempre felice di prenotare la successiva vacanza da loro, quindi non mi dilungo ma è davvero accogliente e il suo ambiente rilassante. Mi piace dire che quando vado lì stacco il cervello e lo riattacco quando riparto. Sarà il fatto di non dovermi preoccupare di cercare e prenotare ogni giorno un ristorante ma invece poter rimanere lì fuori dal paese, vicino al bosco, e poter gustare piatti di uno chef che non siano le solite carni tipiche delle località di montagna (non mancano il pesce di fiume e le opzioni vegetariane).
Sarà il caminetto acceso e scoppiettante nella saletta con i divani, saranno le nuove camere in stile scandinavo molto minimal e poco tirolesi, sarà il personale sempre sorridente e gentile, la spa dove leggere avvolta in un morbido accappatoio o godersi un massaggio.
Momenti belli
Ho distinto posti e momenti belli perché i primi sono anche presenti nella mia guida ai quartieri di Boston e potete visitarli voi stessi, mentre questi sono legati alla mia percezione, al mio sentire, alle emozioni che ho provato in un certo luogo in un dato momento. Qualcosa probabilmente di irripetibile; sono racconti più per ispirarvi che per indicarvi di andare nel luogo “x” a fare la cosa “y”.
Iniziamo dai momenti che ho amato a Boston. Su tutti non dimenticherò la festa Beacon Hill Holiday Stroll, organizzata il primo dicembre dopo il tramonto per celebrare l’accensione dell’albero di Natale davanti alla bakery Tatte, tra musica e canti natalizi, bevande calde da passeggio, splendidi negozi illuminati da mille lucine, decorazioni ovunque (nel quartiere addobbano anche i lampioni). È un evento per tutti, c’erano famiglie, adulti, bambini e nonni, amici, coppie e tanti cani, tutti emozionati e felici di festeggiare di nuovo come si deve quell’occasione. È stato davvero splendido!
Non da meno sono state le albe e i tramonti dalla mia camera in hotel al ventiduesimo piano. Non ero mai stata in un hotel all’interno di un grattacielo a Boston e ho amato molto questa esperienza, davanti non avevo palazzi alti quindi potevo godere di una bella vista aperta. In base all’orientamento, ogni mattina assistevo direttamente all’alba perché mi svegliavo molto presto mentre il tramonto era riflesso nei grattacieli specchiati poco più in là. Qualcosa che non capita tutti i giorni e ne sono molto grata.
A proposito di grattacieli, una piccola emozione è stata rivedere l’Hancock Tower a Copley Square alla luce di una mia nuova consapevolezza: è la sede dell’FBI di Boston nella serie tv Fringe, che è quasi interamente ambientata in città e a ogni puntata mi rievoca ricordi di luoghi visti, quartieri esplorati, nomi già sentiti.
Altra cosa molto emozionante per me e che amo davvero fare è frequentare le librerie , ovunque vada. A quelle di Boston sono molto affezionata ma ogni volta ne scopro di nuove. Partiamo da The Coop Harvard e The Coop MIT che si trovano nei pressi dei campus universitari ma vendono una gran quantità di libri soprattutto di saggistica su ogni tematica vi venga in mente. Amavo molto anche Barnes & Noble al Prudencial Center, soprattutto per le riviste internazionali e indipendenti, ma era chiuso da tempo e sarà sostituito da un’altra attività. Novità per me il Trident Booksellers & Café a Back Bay, Beacon Hill Books & Café nell’omonimo quartiere e Brattle Book Shop a Downtown praticamente sotto il mio hotel, dove ogni mattina tirava fuori scaffali di libri usati da esporre nel vicolo accanto di proprietà della libreria.
Un classico per me poi è il tour degli addobbi a Beacon Hill; fino al Thanksgiving o poco dopo ci sono quelli autunnali mentre poi vengono sostituiti da quelli natalizi. Quest’anno ho trovato fioristi e fioriste, tutti intenti ad allestire le decorazioni su portoni, davanzali e ingressi delle più belle case del quartiere. In estate la zona è sempre bella e iconica ma meno interessante in fatto di decorazioni floreali.
E poi le passeggiate. Quando sono a Boston amo camminare distanze medio lunghe e preferibilmente non in mezzo al traffico. Quindi scelgo il giro del fiume Charles di cui vi ho parlato prima, da Beacon Hill lungo l’Esplanade fino al ponte davanti al MIT, per poi tornare indietro sull’altra sponda e attraversare con il ponte successivo. Lo skyline di Back Bay visto da Cambridge e qualcosa di emozionante sia di giorno che di sera con tutte le luci della città.
Una new entry per me che penso diventerà tradizione è la passeggiata da Downtown a Seaport, dove ammirare poi lo skyline di Waterfront e seguire il percorso vicino all’acqua fino a tornare al Pantheon. Tutti questi posti e altri potete trovarli nella mappa interattiva in fondo al post su Boston e i suoi quartieri.
Passando per concludere all’Alto Adige, un momento indimenticabile è stato trascorrere un paio di ore per un pranzo-aperitivo al ristorante Alpinn a Plan de Corones (sospeso sulla valle) in una splendida giornata di sole e sorseggiando un ottimo Gewürztraminer.
Regali e autoregali meritatissimi
Dopo quasi 3 anni nei quali sono uscita poco e ho fatto ancora meno, a dicembre ho decisamente recuperato con due splendidi viaggi. Non mi sono fatta mancare neanche regali e auto-regali, tutti meritatissimi ovviamente. Cercherò di essere schematica più possibile.
A Boston mi sono regalata:
- una pallina in ceramica bianca con la scritta “Beacon Hill” da appendere al mio albero, nel negozietto Flat of the Hill che conosco da anni e adoro;
- una mappa illustrata di Boston da Carissa Potter di People I’ve loved, in un altro negozietto sempre a Beacon Hill;
- la borsa “Just in Case” di TUMI che sono riuscita a trovare (perché pare sia sempre esaurita) e oltretutto in nero come la volevo e anche scontata, da tenere sempre in valigia per ogni necessità ma anche da usare come borsa weekend;
- un paio di libri alla libreria Coop del MIT a Cambridge (“How to do hard things” di Veronica Dearly e “The anxiety healer’s guide” di Alison Seponara);
- all’aeroporto Logan di Boston, prima di rientrare a Milano, ho trovato due riviste che avevo cercato in città ma senza successo (Wanderlust e Breathe).
A Portland nel Maine mi sono regalata:
- una borsa di Madewell in pelle nera con la doppia tracolla intercambiabile una in pelle per un effetto molto minimal e pulito e una in corda bianca e nera per un look più hippie e magari più adatta alla bella stagione;
- uno strofinaccio con le balene, motivo tipico del New England, in un negozietto vicino al porto.
Durante la vacanza in Alto Adige mi sono regalata:
- un cardigan oversize di Stefanel in lana grossa color panna con inserti tortora, con le frange e il collo risvoltato, preso a Bressanone;
- la stampa meravigliosa “The Therapy Effect” di Ilaria Urbinati che ho trovato per caso al bookshop del museo Lumen a Plan de Corones proprio accanto al ristorante Alpinn;
- alcuni formaggi tipici dell’Alta Badia e delle altre valli altoatesine, acquistati tra Corvara, San Candido e Selva di Val Gardena;
- bottiglie di vino (soprattutto Gewürztraminer e qualcuna di Lagrain) nelle cantine Elena Walch a Termeno sulla strada del vino, alla cantina-convento Muri-Gries a Bolzano e poi in un negozio di prodotti tipici lungo la strada per comprare il Nussbaumer di Tramin dato che la cantina era chiusa;
- un pigiama in cotone caldo con motivo tartan sul rosso da Intimissimi, preso prima di partire ma usato in montagna.
Infine tra i regali di Natale ho particolarmente apprezzato:
- Elaine Aron, “Persone Altamente Sensibili – Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge”;
- T. Futamase, T. Takamura, Y. Tokumaru, “La grande guida illustrata del cosmo”;
- beauty case rosa a viaggio di Samsonite, da tenere sempre pronto per viaggi improvvisi;
- journal motivational di Tiger.
Cose buone
E finalmente sono arrivata a parlare di cibo in questa rassegna delle Style Things di dicembre 2022. Anche qui ne ho parecchie di cose da raccontare. Quando sono in viaggio, all’estero o in Italia, amo gustare i luoghi anche a tavola. Non necessariamente o non solo cucina strettamente locale. Va bene le materie prime del territorio ma spesso certo qualcosa di un pochino più creativo che si avvicini meglio ai miei gusti. Che non sono sempre uguali negli anni.
Iniziamo da Boston e dal Maine. Ho amato le cene (più di una) a Legal Crossing, il ristorante a Downtonwn proprio accanto al mio hotel della catena Legal Sea Food. Già dal nome capite che si tratta di un ristorante di pesce. Quello in particolare è il più bello, moderno e nuovo della catena e se volete provarlo vi consiglio di andare proprio lì. Ho avuto modo di provare l’astice bollito, il mac&cheese (il più buono mai mangiato, evidentemente per via degli ottimi formaggi scelti) e poi un piatto con crabcake (una polpetta con polpa di granchio), una salsa da volare via e un’insalatina mista con anche cranberries e frutta secca e condita divinamente.
Ma il mio ristorante preferito di questo viaggio è Trade nel Financial District, un posto che avevo già provato nel 2017 ma che all’epoca aveva un menù differente e anche il locale lo era. Ora il concept è diverso, molto accogliente pur essendo ampio, esteticamente davvero piacevole, servizio perfetto e un menù di ispirazione greca strepitoso. ci sono tornata due volte e ho provato la deliziosa melanzana cotta al forno con melograno, salsa tahina, labneh all’aglio e noci (non a caso è il piatto di maggior successo), il branzino con foglie di vite, pinoli, capperi e patate, la pita calda con salsa tzatziki, feta piccante e di melanzane.
Altro ristorante ottimo è Committee a Seaport, anch’esso molto bello e con una cucina mediterranea. Qui vi segnalo la feta al forno in crosta di sesamo e glassata al miele, le olive, chips di zucchine fritte con salsa all’aglio, polpettine di ceci e gamberi sautée accompagnati dalla pita calda.
Per quanto riguarda colazioni o merende assolutamente Tatte Bakery, che da quando l’ho scoperta a Beacon Hill prima della pandemia ha aperto vari altri locali. Ne avevo uno non distante dall’hotel, davanti al parco Boston Common; lì si mangiano un ottimo yoghurt labneh con frutta, piatti di uova come quello abbinato al formaggio di capra spalmabile e ai pomodori confit e poi torte, biscotti, pavlova ai mirtilli, crostate, brownies e tanto altro.
Per il brunch nel weekend, dato che in settimana andavo sempre da Tatte, segnalo The Paramount. È famoso e segnalato anche sulla Lonely Planet, oltretutto è a Beacon Hill, quartiere che nel weekend diventa affollato per via dei turisti mentre normalmente trovate solo i residenti, i negozianti o qualche domestica che lavora negli appartamenti. Quindi andate in settimana per evitare la fila, tanto fanno il brunch ogni giorno. Hanno aperto un secondo ristorante in un altro quartiere ma non l’ho provato. Qui vi suggerisco lo yoghurt con granola e frutti di bosco e i leggendari pancake con banana e fragole, che a mio parere sono della giusta dimensione e nella giusta quantità per essere divisi in due. Ricordo ancora a Las Vegas una torretta di 10 pancake, davvero eccessiva.
Infine a Portland sono andata appositamente per mangiare il celebre astice del Maine e ho scelto il ristorante Boone’s e un tavolo vicino al caminetto acceso. Ho mangiato astice bollito, super tipico e semplice senza tanti fronzoli, fritture o grigliate. E poi un crab gratin buonissimo.
In Alto Adige invece ho gustato i piatti dello chef Martin dell’hotel Falkensteiner Antholz e ancora una volta mi ha stupita con abbinamenti di sapori e consistenze indimenticabili. Ottimi dolci, filetti di pesce cotti perfettamente e ogni volta con almeno due contorni, piatti sempre molto belli e gustosi. Indimenticabile anche la fonduta mangiata al Ristorante Alpinn a Plan de Corones. L’ultimo giorno, tornando a Milano, ho fatto tappa a Selva di Val Gardena per provare il Ristorante Nives all’interno dell’omonimo boutique hotel in pieno centro; ho mangiato un delizioso risotto al pino mugo con funghi porcini e tartufo e poi una tartelletta alla crema e frutti di bosco con gelato allo yoghurt locale. Ottimo Pinot Nero e ottimo servizio (consigli compresi), nonostante tempi di attesa piuttosto lunghi.
Visioni (non mistiche)
Ultima categoria per queste Style Things di dicembre 2022 riguarda le visioni (non mistiche). Come prima cosa ho terminato il rewatch di Shameless, una delle mie serie preferite in assoluto; un viaggio in un quartiere difficile di Chicago nelle vite di chi ogni giorno prova a farcela con i mezzi dei quali dispone, che spesso non sono sufficienti, trovando sempre nuovi espedienti (più o meno leciti) per tirare avanti. Questa serie fa ridere e piangere, fa emozionare, arrabbiare e fa sentire privilegiati. Non mi dilungo oltre ma spero di avervi fatto venire voglia di guardarla, è presente su Prime Video (con 30 giorni di prova gratis) con le sue undici stagioni complete. Comunque ne avevo già parlato, quando l’ho vista la prima volta, qui nella sezione dedicata alle Visioni.
Poi al cinema ho visto due film di critica sociale che aspettavo e che sono stata felice di riuscire a godermi in sala. Il primo è The Menu, (disponibile ora su Disney+), un thriller a tratti molto crudo ma per tutta la prima parte esteticamente davvero bello. Si tratta della parte che chi non lo ha guardato con attenzione definisce noiosa. Ralf Fiennes è lo chef protagonista, inquietante dal primo momento tra esasperata perfezione e folle disillusione. Una critica all’alta cucina e a chi può permettersela, persone che spesso neanche hanno gli strumenti per apprezzarla fino in fondo ma possiedono solo la capacità economica per accedere a quel tipo di esperienze esclusive.
Il secondo è Triangle of Sadness, premiato come miglior film a Cannes, difficile da far rientrare in un unico genere; del regista Östlund avevo già visto The Square e Forza Maggiore, entrambi da vedere secondo il mio modesto parere. In questo film decisamente non compatto e sintetico si parla del condizionamento social determinato dal denaro, sia nei rapporti tra uomini e donne che in quelli tra capo e dipendenti, o lavoratori e clienti paganti. Vengono ribaltate le gerarchie economiche con un’ironia feroce e alla fine va in scena in un certo senso la rivincita degli oppressi. Da vedere ma per ora non presente sulle piattaforme di streaming, provate in qualche cinema di nicchia se lo danno ancora.
Qui trovate altre idee su cosa guardare su Apple Tv+ tra film e serie tv originali, le mie cose preferite anche lì insomma.
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Erica, è sempre un piacere leggerti. E benché i tuoi scritti non siano minimal si leggono d’un fiato. Brava