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Seoul cosa fare vedere quartieri

SEOUL: COSA VEDERE E COSA FARE NEI VARI QUARTIERI DELLA CAPITALE COREANA – PARTE 1

Finalmente torno a scrivere della mia amata Seoul. Qui vi racconto la capitale della Corea del Sud attraverso i suoi quartieri, così diversi e ricchi di cose da vedere o da fare.

Vi ho raccontato più volte sul blog e sui social di quando ho vissuto 3 mesi a Seoul ma è parecchio tempo che non scrivo di questa città che mi ha rubato il cuore. Vi ho elencato i 20 motivi per visitare la capitale della Corea del Sud subito ma oggi voglio portarvi con me in un viaggio virtuale attraverso i vari quartieri che la compongono e svelandovi cosa vedere e cosa fare in ciascuno.

Non parlerò di tutti perché sono davvero numerosi e non posso dire di averli visitati sempre in maniera approfondita; in altri invece sono tornata più volte, ho trascorso più tempo o vi ho fatto base alloggiandoci. Cercherò di essere sintetica, soprattutto sui quartieri che conosco meglio perché a loro dedicherò dei post più approfonditi.

Visitando Seoul (anche ora che lo farete attraverso le mie parole e le immagini) a volte vi sembrerà di camminare in una città europea, altre volte vi sentirete in una capitale statunitense, altre ancora sarete più che certi di essere in una grande capitale asiatica.

Inizio dai sei quartieri tra i più famosi di Seoul: Myeong-dong, Insa-dong, Yeoksam, Itaewon, Hongdae, Seorae e la zona del Banpo Bridge.

Distretti e quartieri: due parole sulla divisione amministrativa

Voglio prima chiarire una cosa, perché la divisione amministrativa della città non è banale. Seoul si compone di 25 “gu”, cioè distretti, che variano per estensione e ognuno è composto da una serie di “dong” (quartieri) in numero variabile. In tutto Seoul ha 423 quartieri, suddivisi in oltre 13700 “tong”; a loro volta questi sono frazionati in oltre 100 mila “ban”.

Ma semplifichiamo perché a noi interessano i quartieri. Ad esempio il distretto di Gangnam (Gangnam-gu) comprende “dong” con caratteristiche molto diverse tra loro e all’interno di una guida come questa è più utile parlare di ciascuna separatamente piuttosto che dell’intero “gu”; è per questo che scriverò in paragrafi distinti di Apgujeong, Yeoksam, Samseong e Sinsa, che sono alcuni dei quartieri all’interno del distretto di Gangnam.

Online c’è una gran confusione su questo. Spesso si parla di Gangnam come di un quartiere, mentre a livello amministrativo è qualcosa di molto più grande che va dalla sponda sud del fiume fino a diversi chilometri di distanza. Con questa mappa potete farvi un’idea più precisa. Quello che solitamente si intende come quartiere di Gangnam (che non esiste) in realtà si chiama Yeoksam e coincide a grandi linee con la zona intorno alla fermata della metropolitana Gangnam Station.

Continuiamo a parlare quindi in questi termini giusto per orientarci come turisti, anche se talvolta si tratta di zone ristrette e non veri e propri “dong” e per questo le accorperò in un unico paragrafo.

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Yeoksam-dong: la mia casa per 3 mesi a Seoul

In realtà il luogo in cui ho alloggiato tutto il tempo si trova appena fuori (direzione ovest) il distretto di Gangnam, a Seocho-dong; ma il tempo trascorso intorno a “casa” è stato sempre in Yeoksam per fare la spesa, per un pasto veloce, per una passeggiata dopo il lavoro.

Il quartiere che conosco meglio di tutta Seoul è proprio Yeoksam, tra alti grattacieli dal design ultramoderno, ristorantini tradizionali senza troppe pretese e tanti negozi di cosmetica o catene di abbigliamento locali. Si tratta del quartiere finanziario; durante il giorno ci si dedica agli affari tra banche e uffici ma la sera le vie si animano di coreani che si trattengono per la cena o per bere qualcosa prima di rientrare a casa (molti vivono in periferia o fuori città per via dei costi molto alti delle case).

Cosa molto apprezzabile da parte mia, sulla via principale (Gangnam-daero) è vietato fumare ed è segnalato con cartelli ovunque. I coreani ovviamente rispettano questa regola e si affollano nelle viuzze laterali per la sigaretta prima di rientrare al lavoro.

3 cose imperdibili:

  • GT Tower, il grattacielo a onde da vedere di giorno e di notte (quando si illumina) e da varie angolazioni;
  • shopping nelle catene coreane e giapponesi e nei negozi di cosmetica;
  • cocktail al Kloud, il rooftop bar del Mercure Ambassador Hotel (accessibile al pubblico).

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Myeong-dong: dove regna la cosmetica coreana

Dovete sapere una cosa. I marchi di cosmetica coreana qui hanno negozi monomarca nella maggior parte dei casi, altri sono venduti in negozietti simili a parafarmacie disseminati in ogni angolo di Seoul. A Myeong-dong trovate praticamente tutti i marchi che potete immaginare e tutte le novità, dagli store più eleganti e minimal a quelli piccoli e affollatissimi.

Questo è un quartiere molto turistico e preso d’assalto a ogni ora per lo shopping più sfrenato. Oltre ai brand beauty ci sono centri commerciali, bancarelle e numerosi café (ad esempio quelli tematici e con gli animali) e ristoranti ma io l’ho frequentato solo per approfondire il settore cosmetico e non mi sono mai fermata per più di una merenda. Da metà pomeriggio aprono anche diversi banchetti di street food di ogni genere.

3 cose imperdibili:

  • Tour dei negozi di cosmetica e make-up;
  • vista della N Seoul Tower dalla via principale del quartiere;
  • noodle in brodo piccante e ravioli al vapore ripieni di maiale da Myeongdong Gyoja.

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Insa-dong: artigianato locale, tè e hanbok

Data la vicinanza con i palazzi reali coreani, qui è molto facile incontrare coppie di giovani o gruppi di amiche in abiti tradizionali, che di solito vengono indossati come richiamo alla tradizione per visitare i siti storici. Si chiamano “hanbok” e sono un vero splendore; se vi capita di incontrarne non esitate a scattare qualche foto, anche senza chiedere espressamente di posare per voi (le coreane sono disponibili e gentili ma spesso molto timide).

Insa-dong è il mio quartiere preferito per i souvenir; qui trovate piccole botteghe artigiane che lavorano la ceramica, laboratori di calligrafia e di carta fatta a mano. Inoltre non mancano deliziosi café con dehor dove fermarsi per una pausa e bere un buon tè coltivato a Jeju?.

3 cose imperdibili:

  • Giro al Ssamziegil, un complesso commerciale con negozi, café e installazioni davvero interessante e di nicchia, disposto su più piani, dove con un po’ di fortuna ammirare anche uno splendido tramonto;
  • souvenir nelle botteghe artigiane della carta e della ceramica;
  • tè caldo o smoothie con frutta fresca, a seconda della stagione, da Sulbing Dessert Café.

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Itaewon: il quartiere multietnico di Seoul

Ricchissimo di ristoranti che propongono cucina da tutto il mondo, dal bistrot francese al chiosco mediorientale, alla trattoria italiana (di quelli veri però, gestiti da italiani) che è un punto di riferimento per chi come me si ferma a Seoul per un lungo periodo e a un certo punto ha voglia di lasagna ma che è anche piuttosto apprezzato dai coreani.

Qui anche la comunità musulmana è rappresentata ed è la più grande di tutta la Corea, raccolta intorno alla Seoul Central Mosque. Non manca anche un certo afflusso di americani grazie alla vicina base militare di Yongsan.

A Seoul in generale non vedrete molti occidentali (o comunque non asiatici); io in tre mesi ho incrociato un paio di italiani, una coppia spagnola, un piccolo gruppo di uomini d’affari tedeschi, una famiglia araba. Per il resto, i non coreani sono per lo più cinesi. Quindi Itaewon rappresenta un po’ un luogo a parte dove varie culture si mixano e si concentrano gran parte degli expat, se non per vivere almeno per trascorrere le serate.

3 cose imperdibili:

  • Lasagna da Brera, gestito da un ragazzo romano;
  • negozi di antiquariato di Antique Forniture Street, nata quando negli anni Sessanta i sodati americani della vicina base hanno iniziato a vendere i loro mobili prima di tornare in patria;
  • passeggiare senza meta per le vie dietro la strada principale degli antiquari, dove troverete case deliziose, alcune di design, e uno scorcio di vecchia Europa.

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Hongdae: il quartiere giovane e creativo di Seoul

È considerato il quartiere più frequentato dai giovani coreani e non solo. Artisti di strada, negozi e bancarelle, street food, café. Qui è possibile apprezzare alcuni dei passatempi più amati a Seoul: i “norae bang” e “pc bang”, sono rispettivamente locali di karaoke e di videogame, spesso su più piani, che forniscono una stanza privata con pagamento a ore, con divano e televisore per ospitare gruppi di amici come fosse il salotto di casa. Con la differenza che le grandi vetrate permettono a chi è in strada di guardare chi canta/gioca, come fossero in vetrina.

Hongdae è anche un quartiere creativo, dove ognuno è libero di esprimersi. Non mancano musicisti, artisti che espongono le loro opere o creano installazioni, street artist e artigiani. Qui ha sede anche la Hongik University, un’istituzione nel campo delle arti, una delle più rinomate di tutta la Corea del Sud. Infatti qui la selezione di negozi e i prezzi dei ristoranti e dei locali sono in linea con il budget e lo stile di vita degli studenti.

3 cose imperdibili:

  • I tacos deliziosi di Gusto Taco, gestito da un americano in una location piccolina ma deliziosa;
  • Playground di Hongdae: street art e musicisti tutti i giorni, Free & Hope Market di artigianato e autoproduzioni il sabato e la domenica pomeriggio;
  • Hello Kitty Café perché se non siete stati ancora in Giappone questo è il primo step per entrare nel mood (simpaticamente folle, ai nostri occhi) di questa parte di Asia.

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Seorae e Banpo-dong: expat francesi e spettacoli di luci

Seorae è la zona nella quale si è raccolta negli anni la comunità francese a Seoul. Questa “Little France” è caratterizzata da uno splendido viale alberato costeggiato da panetterie dalle quali esce profumo di croissant, negozi di abbigliamento al gusto squisitamente parigino e café con dehor. Non mancano, nelle vie laterali, edifici di ispirazione europea da ammirare e fotografare. È un quartiere molto tranquillo nel quale è piacevole vivere.

Nell’area più a ridosso della sponda del fiume Han, nei pressi del Banpo Bridge, va in scena appena dopo il tramonto uno spettacolo di getti d’acqua arricchito da luci colorate. Lì accanto, le Floating Islands, dei padiglioni moderni che ospitano una serie di eventi tra i quali interessanti mostre d’arte anche occidentale; vale la pena visitarli anche solo per l’architettura. Ovviamente la sera sono tutti illuminati e lo spettacolo è molto bello.

3 cose imperdibili:

  • ristorante thailandese It Spice e varie panetterie francesi;
  • Floating Islands;
  • Banpo Bridge Rainbow Fountain.
Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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