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Fuorisalone 2020 digital

FUORISALONE 2020 – TUTTO IL MEGLIO DI QUESTA PRIMA EDIZIONE DIGITALE

Vi porto con me alla scoperta delle cose più interessanti di questa prima edizione digitale del Fuorisalone 2020, tra interviste ai protagonisti, talk tematici, presentazioni di progetti e prodotti, documentari e webinar.

Se qualcuno avesse ipotizzato un Fuorisalone 2020 tutto online all’inizio dell’anno con molta probabilità avrebbe creato un certo sgomento. Sia gli addetti ai lavori e gli appassionati di design impossibilitati a toccare con mano i progetti, a parlare con i designer di persona, a vivere le esperienze immersive, a scoprire angoli nascosti della città di Milano e gli appartamenti allestiti dai marchi più interessanti, sia i creativi alla ricerca di nuovi spunti di ispirazione che i curiosi a caccia più di aperitivi gratis e scatto perfetto per Instagram.

Eppure dopo l’annullamento dell’edizione 2020 del Salone del Mobile e del Fuorisalone c’è stato chi non si è perso d’animo, si è rimboccato le maniche e ha tirato fuori delle idee e chi ha avuto fiducia in questa nuova possibilità. È così che è nata la prima edizione digitale.

A lavorare perché quest’idea potesse trasformarsi in realtà sono stati in molti, tra organizzatori, aziende, designer, sponsor, partner tecnici. Io ho seguito gli eventi organizzati per questa settimana facendo una selezione tra ciò che più interessava e sono qui a raccontarvi il meglio tra talk, interviste, idee, progetti e tanto altro.

FuoriSalone 2020: tutto il meglio selezionato per voi

Due sono state le realtà organizzatrici principali. Da una parte StudioLabo, ideatore del portale Fuorisalone.it, che ha riunito al suo interno tanti gruppi e la maggior parte dei distretti del design nei quali solitamente si divide il calendario del FuoriSalone, ha creato due format principali, nei quali i video hanno fatto da padroni, che sono FuoriSalone Tv e FuoriSalone Meets, oltre ai portali dedicati alla Cina e al Giappone, e al Magazine con tanti contenuti e approfondimenti.

Dall’altra, Isola Design District che ha lavorato in autonomia e ha sviluppato un suo progetto di cui vi parerò prossimamente.

FuoriSalone.it – talk, webinar, interviste

Non potendo fare una suddivisione per distretti come faccio ogni anno (un post su Brera, uno su Tortona ecc) seguirò il filo conduttore dei format, delle serie di interventi e degli appunti che ho preso.

N.B. La maggior parte dei contenuti di cui parlerò (e anche quelli che non ho seguito) è disponibile on demand gratuitamente da tutti su FuoriSalone.it, divisi in percorsi tematici oppure per designer o brand.

Design Digest: il design oggi

Iniziamo con l’interessante serie Design Digest, in collaborazione con H-FARM, che esplora il significato di design, di come si è evoluto negli anni e di quali siano i suoi nuovi campi di applicazione. Forse la parte un po’ più “formativa” di questo FuoriSalone 2020, che grazie al formato digitale ha potuto esplorare nuove possibilità e offrire contenuti che possono essere fruiti più volte nel tempo e da tutti e non solo, ad esempio, dalla stampa che partecipa alle conferenze di presentazione prima dell’apertura al pubblico.

Il primo episodio è stato un’introduzione al concetto di design oggi, che non identifica più solo prodotti fisici ma ha introdotto una nuova complessità che ha a che vedere con processi e dinamiche del digitale. Ha proseguito poi con le sue caratteristiche: è qualitativo perché crea emozioni e permette alle persone di sognare, è quantitativo perché è necessario trasformare l’outcome (il risultato di una riflessione su un problema o una necessità) in prodotto.

È inclusivo perché vari attori differenti nella conversazione per l’innovazione, dal lato business dell’azienda alle persone (clienti finali o utilizzatori), il settore tecnologico con ingegneri e designer e l’ambiente, perché ormai non si può davvero più pensare di fare innovazione senza pensare all’ambiente e alla sicurezza.

Il design è poi un’esperienza; quando disegni un prodotto stai immaginando un’esperienza, il suo utilizzo, la relazione e l’interazione con le persone che lo useranno. Oltre a un prodotto fisico quindi, il design è anche un concept che trasferisce un significato. In sostanza, il design è la materializzazione di una cultura, tutto ciò che è importante per le persone che la condividono.

Potete rivedere l’intera serie Design Digest qui.

Fuorisalone 2020 digital
Aldo Cibic – Rethinking Happiness

Senso del Design: interviste ai protagonisti

Altra serie interessante è stata Senso del Design, a cura di Casa Corriere, che ha organizzato una serie di interviste ai protagonisti del design per parlare di prospettive future.

L’intervista a Aldo Cibic è stata arricchente e non credo di esagerare a definirla così. Oltre a ripercorrere la carriera del designer e progettista, cofondatore nel 1980 di Memphis insieme a Ettore Sottsass e a fine decennio della linea di oggetti per la casa autoprodotti Standard.

Si è dedicato poi al design di innovazione sociale e urbanismo rurale, arrivando oggi a Design Harvest 2.0, che porta avanti in Cina insieme al College di Design a Shanghai; si tratta di progetti di ricerca che promuovono una relazione dinamica tra luoghi e persone e che offrono un nuovo modo di disegnare i luoghi basato sulle relazioni sociali e ruotando intorno al tema centrale della sostenibilità.

Nel caso cinese, è stata creata una comunità con uno scopo, composta da ricercatori, studenti e altri per pensare ai lavori del nostro futuro creando un programma, un ecosistema, una specie di nuova Silicon Valley nel senso di un incubatore che non ha altri modelli visibili nel mondo. Partendo dalla ricerca in agricoltura a tutti i temi affini come alimentazione, produzione e distribuzione del cibo, riciclo, nuovi materiali e innovazione sociale.

Se questo progetto vi ha incuriositi potete approfondire leggendo qualcosa in inglese qui, in italiano qui oppure comprando il libro Rethinking Happiness che ne parla e che mi attira già solo per il sottotitolo “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te“.

L’intervista a Ferruccio Laviani, che è stato direttore artistico di Flos, De Padova, Foscarini e Kartell (creando la lampada Bourgie che campeggia nel mio studio) si è concentrata sui nuovi modi di vivere la casa a partire da questo periodo di difficoltà e sui nuovi bisogni che questo ha generato o di quelli passati che sono stati riscoperti.

Spazi da adibire al lavoro a casa ma separati dalle aree di svago e incontro, mobili e complementi con ruote per una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso e nella necessità di più o meno spazio, luci non più centrali, uniche e diffuse ma più localizzate e diverse a seconda della zona della singola stanza e dell’uso che si fa di quello spazio.

Potete rivedere tutte le interviste della serie Senso del Design qui.

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Luca Nichetto – progetto di parklet

OUT-THERE: spazi aperti in città

OUT-THERE è una serie di interventi dedicati al futuro delle città e a nuovi modi di vivere gli spazi aperti in città, tra verde e aree ricreative. Anche tenendo in considerazione l’attuale scenario globale legato all’emergenza Covid.

Luca Nichetto, che vive e lavora a Stoccolma, ha parlato del suo progetto Baia in collaborazione con Metalco, a partire dall’analisi dei diversi utilizzi delle aree urbane che fanno gli abitanti del nord-Europa rispetto a quelli del sud-Europa (come gli italiani). Qui si fa un grande uso dei sidewalks, i marciapiedi, mentre ad esempio nella capitale svedese ne usufruiscono solo in brevi periodi e in base alle temperature.

Sta lavorando a delle strutture che dovrebbero aiutare le persone a socializzare e, in generale, ad avere uno stile di vita migliore fuori casa diminuendo il numero di auto che occupano gli spazi pubblici. Ha parlato di parklet, cioè aree che da essere dedicate alla sosta e al parcheggio delle auto cambiano destinazione d’uso con l’aggiunta di una piattaforma. Delle aree pubbliche attrezzate per diverse funzioni, oltre a garantire spazio ulteriore rispetto a quello dei marciapiedi soprattutto nei pressi di locali, ristoranti e negozi.

Alcune delle destinazioni d’uso a cui ha pensato sono: parcheggio auto, spazio verde, per esposizioni, piccole conferenze, aree meeting, relax, lettura, per mangiare o prendere un caffè. Il tutto con un sistema modulare che consente di modificare sedute, inserire tavoli o protezioni per il sole. È un concetto collegato alla nostra vita in casa o in altri spazi chiusi, ma all’aperto. Un progetto che è nato prima ma che alla luce dei fatti recenti risulta particolarmente attuale e con un forte potenziale.

Potete rivedere tutte le interviste della serie OUT-THERE qui.

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Ocean Proof – WORTH Partnership Project

Regenerate: l’economia circolare

La serie Regenerate, a cura di WORTH Partnership Project, ha trattato i temi di economia circolare di economia circolare, produzione digitale, materiali ad alte prestazioni, innovazione e inclusione sociale e nuovo artigianato. Io mi sono focalizzata sulle due puntate relative all’economia circolare, uno dei concetti più interessanti di questo FuoriSalone 2020 speciale e che credo dovrebbe entrare in misura sempre maggiore nella produzione in ogni settore.

Ma di cosa si tratta? Economia Circolare definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo, garantendo quindi la sua ecosostenibilità. Tra i suoi principi fondamentali ci sono riciclo, riutilizzo di rifiuti, riparazione, produzione di prodotti durevoli, condivisione, energia da fonti rinnovabili.

Nella presentazione si è parlato del settore moda europea e di come questo nuovo modo di produrre dovrebbe andare sempre più a sostituire la modalità tradizionale, in un’ottica di sostenibilità e di utilizzo efficiente delle risorse.

Tra i varie esempi e le realtà sono comparse cose interessanti, come l’utilizzo di scarti dalla lavorazione dell’ananas o dal pet delle bottiglie per creare tessuti, il riciclo dei rifiuti in vetro da componenti di dei rifiuti tecnologici, il riutilizzo di scarti di pellami combinati per creare suole di scarpe.

Potete rivedere l’intera serie Regenerate di WORTH qui.

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Schema dell’economia circolare

NextAtlas: prevedere i trend

Affascinante di certo è stata la presentazione di Elena Marinoni si NextAtlas, un tool in grado di fare previsioni sui trend futuri sulla base di analisi a partire da Internet. In questa occasione ha illustrato tre scenari di cambiamento che si aprono per il post-covid in fatto di arredamento, decorazione della casa e spazi abitativi.

Il primo richiama la ricerca della purezza, intesa come essenzialità, sicurezza e userfriendly. Ad esempio dall’analisi fatta è venuto fuori che si parla più di prima di quella che gli americani chiamano mudroom, l’ingresso secondario delle abitazioni, quello di servizio, dove lasciare scarpe, ombrelli, soprabiti e che non si affaccia direttamente sul soggiorno. Il secondo punto pone una sintesi tra fisico e digitale, grazie all’accelerazione della digitalizzazione di ogni cosa portata dalla situazione che stiamo vivendo.

Il terzo punto vede un ritorno al minimalismo e un abbandono del trend iper-decorativo con declino nei prossimi sei mesi; si parla di minimal nordico con un approccio soft soprattutto da parte di donne millennial (nate tra 1981 e 1996), di colori neutri, di design therapy e spa at home per creare stanze o spazi in casa che siano adibiti al relax, al sentirsi bene, alla meditazione, al wellness in generale.

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NextAtlas – Trend post-Covid
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NextAtlas – Trend post-Covid

Prodotti presentati e nuove collezioni

Il FuoriSalone 2020 con la sua prima edizione digitale non è stato solo talk, interviste e webinar ma non sono mancate le presentazioni di prodotti e di nuove collezioni. Certo, senza le ambientazioni scenografiche in location da sogno. Questo bisogna ammetterlo. Prossimamente preparo un post più “estetico” di questo, con le novità più interessanti che ho visto e tante belle immagini, così soddisfiamo anche quel lato.

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Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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