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Creativi in Quarantena Stay Home

CREATIVI IN QUARANTENA #01 – LAURA VEDANI, SILVIA OSELLA E ANNA FRABOTTA

Un viaggio nella nuova quotidianità di persone comuni, creativi e creative nella vita e di professione, in questo periodo di quarantena. Perché la vita continua anche durante l'isolamento in casa.

Prima uscita per questo progetto che già dal nome dice tutto: Creativi in Quarantena. L’ho immaginato una mattina mentre mi godevo il sole tiepido sul terrazzo a fine marzo e in poco tempo ho tirato fuori una lista di nomi tra creativi di vari settori, alcuni che conosco personalmente da anni e altri solo virtualmente.

L’idea è quella di raccontare a voi attraverso le parole di questi creativi in quarantena le loro giornate, la loro nuova quotidianità, i tempi scanditi in maniera diversa, la convivenza con familiari e animali domestici abituati prima a vederli poche ore al giorno. E in mezzo a pensieri, preoccupazioni e disagi qua e là sono saltati fuori, se non esattamente i “lati positivi” della situazione, almeno piccole e grandi cose buone, che si tratti del tempo in famiglia o per sé stessi, della riscoperta di passioni sopite o vittime di un ritmo di vita frenetico, del tornare ad apprezzare il cibo semplice, gli ingredienti freschi, le ricette della nonna. O, per chi abita in città ben servite, di sfruttare pienamente le potenzialità dei servizi di delivery.

E la creatività qui non è sinonimo di buona capacità manuale o nelle arti ma è un richiamo al riuscire a cavarsela, a tirar fuori il meglio da ogni situazione, anche quelle più assurde. Quindi non solo persone creative costrette in casa ma anche persone che, nonostante siano confinate entro quattro mura da quasi due mesi, si sono riscoperte creative nella quotidianità, nel modo di affrontare i disagi di questa situazione, nel non restare immobili e completamente sopraffatte.

In questa prima uscita di Creativi in Quarantena incontro virtualmente Laura Vedani, Silvia Osella e Anna Frabotta e chiedo loro di raccontarci questa nuova quotidianità in isolamento, ognuna dal suo punto di vista personale. Prima di lasciare la parola alle protagoniste del progetto (oggi sono tutte creative ma arriveranno anche interviste ad alcuni creativi) vi raconto brevemente cosa mi lega a loro, come ci siamo conosciute e perché le ho scelte.

Creativi in Quarantena: Laura Vedani, Silvia Osella e Anna Frabotta

Laura Vedani è stata una delle prime designer di cui ho scritto su StyleNotes proprio agli inizi, nel 2008; all’epoca scrivevo di moda e di giovani designer emergenti e mi avevano colpita i suoi gioielli creati con fiori veri, pressati e conservati prima sotto resina trasparente e più avanti inseriti in boule di vetro. Nel 2014 ho scelto Laura per farmi creare su commissione un paio di orecchini a lobo meravigliosi per il mio matrimonio: delle piccole sfere di vetro contenenti ciascuna un fiore di ortensia bianca e il perno in oro bianco.

Creativi in Quarantena stay home Laura Vedani

Laura Vedani


Cosa fai nella vita?
Nasco come designer, da tre anni e mezzo ho anche aperto un negozio assieme alla mia socia Noemi dove vendiamo, oltre alle nostre creazioni, gioielli di designer provenienti da varie parti del mondo che come noi creano cose uniche, particolari, insolite. Al momento abbiamo più di 50 designer.

Dove stai vivendo questa quarantena? E con chi? Valgono umani, animali e piante.
A casa, a Varese città, con mio marito Marco (anche lui ha un’attività, un ristorante, che ha dovuto chiudere temporaneamente) e la mia gatta Marge che si sente un po’ violata nei suoi spazi.

Qual è la cosa, il luogo, la persona, l’attività che più ti manca della vita di prima?
Le cene e gli aperitivi con gli amici, le vacanze, la spensieratezza. Soprattutto quest’ultima.

Riesci a lavorare?
Riesco a lavorare, ho trasferito (quasi) l’intero magazzino dal negozio a casa in modo da poter produrre ma anche vendere tramite Instagram gli ordini che avevamo già fatto per la primavera estate. Cerchiamo per quanto possibile di non annullare  gli ordini fatti. Ogni giorno gestisco la pagina Instagram di Botanic Shop che in questo periodo è la nostra salvezza, facendo foto, postandole, rispondendo alle richieste di informazione dei clienti. Preparo pacchetti regalo, biglietti di auguri, organizzo le spedizioni tramite corriere e le fatture elettroniche “che tanto ci hanno facilitato l’esistenza”. Abbiamo anche creato un bracciale i cui guadagni vengono devoluti ai City Angels che aiutano i senzatetto e le persone in difficoltà.
Fino a pochi giorni fa credo di aver gestito male lo stress che questo cambio di routine ha portato, ma il giorno di Pasqua con un bel pranzo in balcone e la giornata libera ho mentalmente svoltato.

Stai riuscendo a fare qualcosa che hai rimandato a lungo magari per mancanza di tempo, approfittando di questa quarantena?
Vorrei poter dire il riordino di casa, ma sento già mio marito che ride e dice che c’è più casino di prima (un po’ è vero).

C’è qualcosa che tornerai a fare una volta tornati alla vita normale e qualcosa della vita di prima che invece eliminerai?
Le partite a whist (gioco di carte in voga nel diciottesimo secolo) con amici e cugini on-line, qualcuna sicuramente la faremo anche dal vivo. E l’allenamento quotidiano. Non credo di aver eliminato cattive abitudini che avevo pre-quarantena, la dipendenza da cellulare è solo peggiorata.

Come immagini il post-lockdown?
Difficile a dirsi, molte cose cambieranno specialmente a livello economico purtroppo. Ma probabilmente una decrescita era necessaria, per vari motivi. Spero che si passi ad uno stile di vita più consapevole, soprattutto negli acquisti, meno pezzi ma speciali, di qualità, artigianali.


Silvia Osella è una scoperta recente grazie a Instagram che, al di là di follower comprati, commenti scambiati su accordo e filtri esagerati, resta ancora per me un modo di scoprire realtà interessanti, professioniste creative e spunti di ispirazione. Lei ai miei occhi rappresenta proprio questo, con l’estetica fresca, semplice e di buon gusto che propone e la ricerca certosina che sta facendo a proposito della moda sostenibile.

Creativi in Quarantena stay home Silvia Osella

Silvia Osella


Cosa fai nella vita?
Mi occupo di design tessile e di superficie, ho uno studio a Milano in cui svolgo attività di consulenza creativa per aziende di vario tipo, principalmente nei settori moda e interior. Se in alcuni casi disegno collezioni di stampe ad hoc, in altri mi occupo di direzione creativa e aiuto i miei clienti a prendere forma attraverso l’analisi di colori e tendenze. Questo è il mio sito.

Dove stai vivendo questa quarantena? E con chi? Valgono umani, animali e piante.
A casa a Milano, con il mio compagno e il nostro bimbo di 2 anni.

Qual è la cosa, il luogo, la persona, l’attività che più ti manca della vita di prima?
Il mio studio – con i miei spazi e tempi, la montagna, i miei amici, la mia famiglia lontana. 

Riesci a lavorare?
Come per tanti liberi professionisti, molti lavori che erano in programma sono stati annullati o posticipati a data da definirsi. Ma in ogni caso, con un bimbo così piccolo a casa lavorare è difficilissimo! I primi tempi confesso che – al di là della chiusura delle scuole – era davvero difficile riuscire a trovare la giusta concentrazione, o anche solo un barlume di ispirazione. 

Sei una creativa solitaria o trovi l’ispirazione in mezzo alle persone, uscendo, condividendo e facendo cose? Come vivi questo periodo in relazione al tuo modo di essere? 
Credo di essere una buona via di mezzo. Mi piace stare in mezzo alle persone, a colleghi che stimo per confronti e scambi reciproci, ma allo stesso tempo amo il mio tempo da sola in cui posso focalizzarmi sui progetti e sui prossimi step. Questo periodo è una continua ricerca dell’equilibrio, un ritagliare spazi – fisici e temporali -, una bolla che a volte confonde ed altre rende tutto più intenso e reale.

Stai riuscendo a fare qualcosa che hai rimandato a lungo magari per mancanza di tempo, approfittando di questa quarantena?
Si, e questo è un enorme aspetto positivo: sto finalmente lavorando a collaborazioni con realtà che amo ma a cui i ritmi di prima non mi permettevano di dedicare il giusto tempo e cura. Sto nutrendo la mia innata curiosità approfondendo tematiche di vario genere e cercando di imparare cose nuove, condividendole quando posso anche grazie a Instagram.

C’è qualcosa che tornerai a fare una volta tornati alla vita normale e qualcosa della vita di prima che invece eliminerai?
Non credo eliminerò del tutto qualcosa della vita di prima. Penso semplicemente che vorrei ricordarmi, una volta finito tutto questo, il valore del tempo, mantenere un po’ della vita lenta che stiamo per forza di cose vivendo ora e che, un po’ per mia natura e un po’ per il mio tipo di lavoro, non ha mai fatto molto parte di me.

Secondo te cosa abbiamo bisogno di cambiare o cosa cambieresti?
Credo sia assolutamente necessario ripensare i ritmi, il modo di lavorare e di produrre. Spero che questo momento disastroso possa davvero essere un importante punto di svolta in tanti settori.


Anna Frabotta l’ho scoperta un annetto fa mentre stavo analizzando il posizionamento di un mio post sulle riviste di nicchia e indipendenti. Lei le vende e ho scoperto il suo e-commerce proprio perché si contende le primissime posizioni nelle ricerche Google con i miei articoli sull’argomento. Da allora siamo rimaste in contatto e sapevo che prima o poi l’avrei coinvolta in qualche progetto da fare insieme. Credo che questo sarà solo l’inizio.

Creativi in Quarantena stay home Anna Frabotta

Anna Frabotta


Cosa fai nella vita?
Sono una giornalista e social media manager. Da un anno ho aperto il portale Frab’s, un e-commerce e blog specializzato nella vendita e promozione di editoria periodica indipendente. Ho sempre avuto una passione per le riviste e la carta in generale: collezione magazine, ephemera, foto d’epoca, ma anche articoli di cancelleria da tempo e ho pensato di far vivere questa mia passione in un progetto più concreto. Così è nato Frab’s” che oltre a vendere magazine è diventato anche una bella community di feticisti per la carta come me. Oltre a questo lavoro in una media agency dove mi occupo di marketing territoriale ed enogastronomia. Insomma, l’abbinata vincente della mia vita è una buona rivista e un buon calice di vino. 

Dove stai vivendo questa quarantena? E con chi? Valgono umani, animali e piante.
Sto vivendo questa quarantena a Forlì insieme al mio compagno Dario. Nell’ultimo mese sono uscita solo tre volte per fare la spesa, mentre Dario esce un po’ più spesso per motivi di lavoro.

Riesci a lavorare?
Sto continuando a lavorare sia in smart working per l’agenzia che, come da sempre in casa, per il mio sito. La cosa difficile però è riuscire a restare concentrati, questa situazione anomala che stiamo vivendo non aiuta. Se le prime due settimane ero carichissima (ho seguito corsi, webinar e lavorato tantissimo) adesso faccio davvero fatica a restare concentrata e l’incertezza sul quando e come finirà questo lockdown non aiuta.

Sei una creativa solitaria o trovi l’ispirazione in mezzo alle persone, uscendo, condividendo e facendo cose? Come vivi questo periodo in relazione al tuo modo di essere? 
Le riviste, di cui “mi nutro” e che racconto sui miei canali social e sul mio sito, richiedono tempi lenti per essere assaporate e anche isolamento, da questo punto di vista quindi la quarantena non ha cambiato molto la mia parte creativa.

Hai imparato qualcosa di nuovo su di te in questo periodo particolare?
Che non sono forte come credevo, che sono molto sensibile e ho la lacrimuccia facile. Ma ho anche imparato che ho buone doti di resistenza, psicologica prima che fisica. 

Durante questo periodo hai scoperto qualcosa che credevi importante per te ma di cui ora hai capito di poter fare a meno?
Ho scoperto che posso sopravvivere senza la colazione al bar, unico mio vizio, con cui inizio le mie mattinate di lavoro e che, nel fine settimana, diventa un momento di meeting e programmazione. Ma sono sicura che appena si potrà riprenderò anche quest’abitudine. Poi, parlando di frivolezze, credo che farò a meno di parecchie cose in futuro; momenti come questo ridefiniscono necessariamente la nostra scala di priorità e ho capito che l’unica cosa di cui non potrò fare davvero a meno sono i viaggi, i magazine e i libri.

Hai invece riscoperto qualcosa che avevi abbandonato o allontanato e ora che non puoi averlo senti che per te è importante?
La famiglia. Non che prima fosse meno importante ma adesso ne percepisco sotto pelle il suo essere essenziale. Io vivo a Forlì, le mie sorelle e mia nipote a Roma, i miei genitori in Molise. Non li vedo da diversi mesi ed è dura questa distanza fatta anche di paure di poter perdere persone care.

Stai riuscendo a fare qualcosa che hai rimandato a lungo magari per mancanza di tempo, approfittando di questa quarantena?
Le prime settimane ho recuperato alcuni corsi online che avevo acquistato e mai svolto; si tratta per lo più di aggiornamenti per il mio lavoro nell’ambito del digital marketing. Ho anche trovato il tempo di dipingere, ripreso letture accantonate e addirittura un lavoro di ricamo che avevo iniziato un anno fa, ma non credo che riuscirò a finirlo.

C’è qualcosa che tornerai a fare una volta tornati alla vita normale e qualcosa della vita di prima che invece eliminerai?
Ci sono alcune cose che vorrei eliminare nella vita di prima ma richiedono tempi di riflessione lunghi. Sicuramente vorrò continuare anche dopo la quarantena a dedicare più tempo al mio progetto sulle riviste indipendenti.  

Come immagini il post-lockdown?
Immagino un mondo un po’ più solo, dove il distanziamento sociale o l’indossare mascherine per un po’ saranno la norma. Immagino tanta diffidenza tra le persone e anche difficoltà legate alla crisi economica. Ma credo che da questo lockdown dovremmo anche cogliere la sua forza propulsiva al cambiamento, dalle cose grandi, come i nostri valori di riferimento, a quelle che sembrano meno importanti ma che lo sono tantissimo, come la digitalizzazione che questo periodo ha incentivato. Chissà che piano piano non si riescano a colmare digital divide e gap generazionali sulle nuove tecnologie.

Come ti stai preparando al dopo (se lo stai facendo)?
Non mi sto preparando ma sto riflettendo su quanto sarà difficile riprendere la routine di prima. Sono una pendolare e passo fuori casa tutta la mia giornata. Se è stato sconvolgente un improvviso lockdown lo sarà anche l’improvviso ritorno alle vecchie abitudini. 

Secondo te cosa abbiamo bisogno di cambiare o cosa cambieresti?
Abbiamo bisogno di mettere un freno al capitalismo, migliorandolo per riuscire a ridare nuovi tempi alle nostre vite. Dobbiamo prendere seriamente a cuore i problemi ambientali, capire dove abbiamo sbagliato finora e riflettere sui futuri del lavoro.

Parliamo della tua casa. Come è cambiato il modo di vivere la tua casa in questo periodo in cui l’hai vissuta e ci hai vissuto 24/7?
Fortunatamente vivo in una casa molto grande, io e il mio compagno riusciamo a stare anche tutto il giorno senza vederci, ognuno a lavorare in stanze diverse, che sia il salotto, lo studio o la cucina. Ecco, la cucina soprattutto è la stanza che ho riscoperto di più; non sono una grande cuoca e ci passo davvero il minimo indispensabile, invece in questi giorni mi sono accorta che è la stanza più calda e luminosa e che ha una luce bellissima, soprattutto al tramonto. E poi ci sono i due balconi di casa, salvezza del nostro lockdown; credo di non averci mai passato così tanto tempo in vita mia.


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Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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