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APPUNTI DI GENNAIO – LE ABITUDINI CHE CI IMPEDISCONO DI CAMBIARE

Sono profondamente convinta di una cosa: il cambiamento è alla base della crescita e dell'evoluzione e il volersi migliorare è un aspetto fondamentale.

Se alla fine dell’anno è comune fare bilanci, io ho pensato molto ai cambiamenti abbastanza importanti che ho fatto negli ultimi mesi. L’obiettivo è avere uno stile di vita più sano; ho modificato completamente le mie abitudini alimentari e ho iniziato ad allenarmi in maniera assidua e sotto l’occhio attento di un trainer. Ho raccontato tutto nel post Appunti di dicembre – La mia nuova e più sana vita.

Credo che desiderare di migliorare la propria vita o la propria persona rappresenti qualcosa di istintivo in ognuno di noi; poi però penso alle persone che restano immobili così a lungo da non rendersi neanche conto che cambiare rotta è possibile ed è indispensabile almeno provarci. Questo anche se tutto sommato si sta bene al punto in cui si è, a maggior ragione se invece non si è soddisfatti.

Parlo di “immobilità mentale”, del non cambiare mai idea, del non mettersi in discussione, del dare la responsabilità sempre e solo agli altri di ciò che non va, del non riuscire a guardare oltre o da una diversa prospettiva e del non avere neanche l’interesse a farlo.

Pensiamo poi a chi vive tutta la vita nello stesso luogo; e non serve mollare tutto e cambiare continente. Ci sono persone che trascorrono l’intera esistenza non soltanto nella stessa città ma nello stesso quartiere, nella stessa via, senza mai sentire la necessità di qualcosa di diverso. Perché uno o due viaggi all’anno, anche dall’altra parte del globo, non fanno testo.

E non facciamone sempre una questione economica. Non serve espatriare. Banalmente, chi come me ha sempre vissuto in provincia quando si trova a vivere in una città si accorge che quel luogo può dare tutta una serie di nuovi stimoli. E viceversa. Vivere in un luogo diverso porta a sviluppare nuove abitudini, un nuovo stile di vita, porta a scoprire nuovi interessi, a percepire le cose in maniera differente.

Le persone che ci appaiono immobili probabilmente non sono state stimolate abbastanza (o non si sono auto-stimolate – non possiamo sempre aspettare che siano gli altri a mostrarci la strada) a guardare oltre i loro confini, ad uscire dalla zona di comfort, a provare a fare qualcosa di diverso, a pensare diversamente, a guardare le cose da un’altra prospettiva.

cambiare abitudini

Io stessa da adolescente ero così quindi so molto bene di cosa parlo, almeno per esperienza personale. È una questione di abitudine, tutto sta a iniziare e poi sarà man mano sempre più semplice, fino a ad arrivare a non poter più concepire la vita e le cose come prima: voler vedere posti nuovi, conoscere persone nuove, mangiare cibo diverso, parlare di argomenti differenti e scoprire cose che prima ignoravamo. Ma se per alcuni aspetti diventa una cosa naturale, per altri devo ancora sforzarmi di ragionare in modo diverso.

Non sempre ciò che conosciamo già, ciò che ci circonda, è migliore di quello che potremmo trovare allungando lo sguardo intorno a noi. A volte si, altre invece magari è la paura a frenarci o l’abitudine appunto, la comodità di qualcosa che conosciamo piuttosto bene rispetto alla fatica di dover provare qualcosa di diverso, a prescindere dal fatto che potrebbe soddisfarci in misura maggiore. O semplicemente la pigrizia nel non cambiare qualcosa in ciò che abbiamo e siamo per migliorare il modo in cui ci sentiamo, senza necessariamente stravolgere tutto.

Non posso certo dire di conoscermi alla perfezione. Ma chi può dirlo? Però quelle poche cose che ho capito di me stessa le ho davvero capite fino in fondo e limitatamente ad esse posso davvero dire di conoscermi. Ad esempio amo certe abitudini, quelle della vita quotidiana, la routine che mi sono costruita sulle mie esigenze. Ma so anche di non essere il tipo di persona che ama stare ferma in un posto; non significa che voglia fare la vagabonda ma il fatto di stare piuttosto bene dove vivo ora (pur con lati positivi e negativi) non implica il volerci restare per sempre.

Non credo che vivrò tutta la vita in questa casa o in questa via, in questo quartiere, nella stessa città né in Italia. In questo momento della mia vita, inteso come “in questa fase da giovane adulta” e non come “oggi” o “per il 2019” so che vorrei fare esperienze in città diverse in termini di mesi o anche di anni se troverò il posto giusto e se avrò la possibilità di fermarmi.

Style Readings: spunti di lettura sulle abitudini

A proposito di cambiamento e abitudini ci sono diversi libri interessanti che vorrei leggere e nei prossimi mesi mi impegnerò per trovare il tempo e farlo. In particolare ne ho individuati due che mi attirano più di tutti ma se ne conoscete altri validi non esitate a segnalarmeli:

  • The Power of Habit di Charles Duhigg – Tradotto in 18 lingue e venduto per oltre un milione di copie. Analizza le abitudini: come si formano, quanto ci condizionano, come possiamo cambiarle. Già le poche righe sulla quarta di copertina dovrebbero incuriosirvi e stimolarvi non poco: “La maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno non sono frutto di riflessioni consapevoli bensì di abitudini“. L’autore, laureato alla Harvard Business School, è giornalista per il New York Times ed è stato inviato di guerra in Iraq. Qui in lingua originale, qui la traduzione in italiano.
  •  Habit Stacking di S. J. Scott – Un libro tutto orientato all’agire. L’autore si focalizza, più che sui grandi cambiamenti, su molteplici piccole abitudini da modificare per creare un impatto positivo più grande attraverso una nuova routine. Steve Scott è scrittore di sviluppo personale con un focus sulle abitudini.

P.S. In questo post sono presenti alcuni link di affiliazione sui libri. Questo non si traduce in un prezzo più alto per voi. Semplicemente per i vostri acquisti verrà riconosciuta a me una minima (veramente minima) percentuale; consideratela un piccolo contributo da parte vostra per dirmi grazie per tutti i contenuti gratuiti che pubblico su questo blog da anni. Potrò destinare questa cifra per supportare StyleNotes perché avere un blog non è gratuito; non solo in termini di tempo dedicato, un dominio (la URL, l’indirizzo del blog) infatti ha un costo annuale. Grazie 🙂

Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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