Sulle passerelle che ospitano le collezioni PE 09 ritroviamo uno stile già presente nelle passate stagioni: quello della Neo-Garçonne.
E’ piuttosto facile da realizzare: il segreto è prendere qualche idea dal guardaroba di lui e mixarla ad accessori ultra femminili. Ma come reinventare il classico tailleur nero a pantaloni?
Giacche corte e strizzate in vita e gilet doppio petto, in contrasto a pantaloni ampi dal taglio maschile. Poi basta sostituire la camicia bianca con una blusa leggera, magari con jabot o fiocchi, oppure con una colorata e aggiungere una cravatta sottile. Abbinare sandali, decolleté o francesine tacco dodici ed una borsa capiente adatta per il giorno. Dare la giusta attenzione anche al trucco, puntando soprattutto su labbra rosse e occhi resi seducenti da matita nera e tanto mascara.
Ecco il segreto per un look maschile riveduto alla luce della femminilità.
Ma da cosa nasce questo stile?
Il termine “garçonne” deriva dal titolo del romanzo di Victor Margueritte, “La garçonne” (1922). La protagonista portava i capelli molto corti, cravatte, camicie e giacche dal taglio maschile; era l’icona della donna attiva e dinamica, che sfidava le convenzioni sugli abiti “complicati”, come l’uso del busto, dando inizio ad un processo di semplificazione dell’abbigliamento femminile, che si compì con uno dei più grandi nomi della moda. Gabrielle Chanel.
Lo stile “garçonne” risultava quindi come l´affermazione di una nuova libertà per la donna, simile a quella degli uomini.
La Garçonne, figura che si diffonde dal primo dopoguerra, in particolare dagli anni ’20, è dunque una donna nuova: emancipata, con un proprio stipendio, che veste alla moda, fuma, e guida auto sportive.
In “La donna nuova è così”, libro del 1929, Elsa Hermann traccia il profilo della donna moderna: mette a confronto la donna di ieri, dedita alla famiglia, alla casa e ai figli, e quella di oggi, che vive assecondando le proprie aspirazioni e non seguendo necessariamente modelli tradizionali.
Un modo visibile attraverso il quale la donna di quegli anni rivendica la conquistata identità è la moda, intesa come metafora di modernità, emancipazione, ambizioni sociali. Semplicità, funzionalità e versatilità sono i parametri di giudizio adottati dalla nuova donna che si divide tra lavoro e famiglia. Si diffonde uno stile androgino, che adotta vestiti e acconciature maschili (ad esempio il cosiddetto taglio alla Bubikopf).
La neo-garçonne vuole riprendere proprio questo modello di donna e dare un tocco di femminilità ad un look prevalentemente maschile.
E’ piuttosto facile da realizzare: il segreto è prendere qualche idea dal guardaroba di lui e mixarla ad accessori ultra femminili. Ma come reinventare il classico tailleur nero a pantaloni?
Giacche corte e strizzate in vita e gilet doppio petto, in contrasto a pantaloni ampi dal taglio maschile. Poi basta sostituire la camicia bianca con una blusa leggera, magari con jabot o fiocchi, oppure con una colorata e aggiungere una cravatta sottile. Abbinare sandali, decolleté o francesine tacco dodici ed una borsa capiente adatta per il giorno. Dare la giusta attenzione anche al trucco, puntando soprattutto su labbra rosse e occhi resi seducenti da matita nera e tanto mascara.
Ecco il segreto per un look maschile riveduto alla luce della femminilità.
Ma da cosa nasce questo stile?
Il termine “garçonne” deriva dal titolo del romanzo di Victor Margueritte, “La garçonne” (1922). La protagonista portava i capelli molto corti, cravatte, camicie e giacche dal taglio maschile; era l’icona della donna attiva e dinamica, che sfidava le convenzioni sugli abiti “complicati”, come l’uso del busto, dando inizio ad un processo di semplificazione dell’abbigliamento femminile, che si compì con uno dei più grandi nomi della moda. Gabrielle Chanel.
Lo stile “garçonne” risultava quindi come l´affermazione di una nuova libertà per la donna, simile a quella degli uomini.
La Garçonne, figura che si diffonde dal primo dopoguerra, in particolare dagli anni ’20, è dunque una donna nuova: emancipata, con un proprio stipendio, che veste alla moda, fuma, e guida auto sportive.
In “La donna nuova è così”, libro del 1929, Elsa Hermann traccia il profilo della donna moderna: mette a confronto la donna di ieri, dedita alla famiglia, alla casa e ai figli, e quella di oggi, che vive assecondando le proprie aspirazioni e non seguendo necessariamente modelli tradizionali.
Un modo visibile attraverso il quale la donna di quegli anni rivendica la conquistata identità è la moda, intesa come metafora di modernità, emancipazione, ambizioni sociali. Semplicità, funzionalità e versatilità sono i parametri di giudizio adottati dalla nuova donna che si divide tra lavoro e famiglia. Si diffonde uno stile androgino, che adotta vestiti e acconciature maschili (ad esempio il cosiddetto taglio alla Bubikopf).
La neo-garçonne vuole riprendere proprio questo modello di donna e dare un tocco di femminilità ad un look prevalentemente maschile.
Neo-garçonne – by Erica84 on Polyvore.com