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Vi racconto la mia quarantena

VI RACCONTO LA MIA QUARANTENA: COME HO VISSUTO QUESTO PERIODO – APPUNTI DI MAGGIO

Dopo aver chiesto a quasi 40 persone di condividere il racconto del loro periodo di isolamento forzato, oggi vi racconto come è andata la mia quarantena.

Durante i mesi del lockdown, con la quarantena in casa, e ora con il distanziamento sociale che non limita più uscite e spostamenti ma che comunque richiede una soglia di attenzione alta nei luoghi pubblici e affollati, diciamo che la serenità non è stata e non è tuttora ai massimi storici. Al di là dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, ognuno nella sua realtà ha dovuto affrontare piccole e grandi sfide quotidiane che ho cercato di raccontare attraverso il progetto Creativi in Quarantena.

Ho intervistato quasi 40 creativi e creative da ogni parte d’Italia e qualcuno anche che vive all’estero e hanno condiviso con me e con voi le difficoltà ma anche le vite che andavano avanti mentre il mondo fuori era fermo.

In tutto questo anche la mia vita è andata avanti, non l’ho certo messa in pausa. Non è stata una vacanza. Ho lavorato, ho studiato, ho imparato, ho letto. Così ho pensato che questo fosse il momento giusto per raccontare anche la mia quarantena. Vi ho aggiornati mese per mese nella newsletter e in questo post ma ora vorrei darvi una visione più ampia, un po’ come i creativi che ho intervistato.

Vi racconto la mia quarantena

Dove, come e con chi

Iniziamo da dove, come e con chi. Ho trascorso l’intera quarantena nel mio appartamento poco fuori Milano; vivo nella provincia milanese nord-est dal 2011, lungo la Martesana, in una zona con tanto verde e palazzine di massimo tre piani e con pochi appartamenti.

Ho iniziato l’isolamento in casa prima della fine di febbraio, quando sono state chiuse le palestre. Se mi seguite sapete che io ho uno studio in casa quindi non esco quotidianamente per andare in ufficio ma 3-4 volte a settimana per allenarmi in palestra e poi per fare commissioni, la spesa, il giro in biblioteca per prendere in prestito o riconsegnare dei libri. Il tutto a bordo delle mia bicicletta, 12 mesi l’anno.

In quel periodo non avevo appuntamenti in centro a Milano e quelli delle settimane successive, a inizio marzo, sono stati subito rimandanti quindi da un giorno all’altro, pur non essendoci l’obbligo, mi sono ritrovata a casa tutti i giorni e tutto il giorno da sola.

Dal 9 marzo, quando è iniziato il lockdown, è rimasto a lavorare a casa anche mio marito e le le cose si sono fatte interessanti. Sul lavoro si occupa di gestire un team di persone con meeting quotidiani e una volta a casa questo si è tradotto in giornate in video-chiamata su Zoom. Così abbiamo iniziato a dividerci le stanze di casa, terrazzo compreso, in modo da non darci fastidio e da poter lavorare entrambi in tranquillità. Sono fortunata perché vivo in una casa grande per gli standard milanesi, con un bel balcone ad angolo abbastanza ampio da essere un terrazzo abitabile.

E non dico “abitabile” a caso. Da inizio primavera, dal primo sole tiepido, fino ad autunno inoltrato sono abituata a trascorrere lì fuori almeno le ore centrali della giornata; nei mesi più caldi esco la mattina molto presto per controllare le piante e fare colazione e rientro la sera con il buio, dopo aver cenato ed essermi goduta un po’ di fresco e profumo di gelsomini.

Vi racconto la mia quarantena

Creatività in quarantena

Mi ritengo una persona creativa, si. E se avete letto anche solo l’intro di Creativi in Quarantena sapete che non parlo di quella creatività che va a braccetto con la manualità ma di qualcosa molto più ampio. Creativo non è solo chi dipinge ma anche chi scrive, chi gira video, chi realizza gioielli, chi scrive storie e chi si inventa un modo originale per promuovere anche le attività più tradizionali.

Non so se sono la classica creativa, non sono informata sugli studi più recenti a proposito degli stili di vita di chi svolge un lavoro creativo. Ma penso di rispecchiare, almeno in parte, quello che nell’immaginario collettivo è un creativo. Una persona che se ne sta in disparte, in casa, sola, nel silenzio e senza distrazioni a creare cose.

Come ho spiegato in questi giorni in un’intervista che uscirà prossimamente, in fase di ispirazione però ho bisogno di stimoli. Non credo molto nel lampo di genio che ti coglie all’improvviso appena apri Pinterest (per dirne una). Per me trovare l’ispirazione richiede esercizio quotidiano. Ogni giorno dedico del tempo a sfogliare riviste indipendenti e di nicchia che acquisto in giro per il mondo e che poi amo riprendere in mano anche mesi dopo, vado a curiosare anche nei contesti non esattamente affini al mio e con un target diverso da quello al quale mi rivolgo (ad esempio Monocle), leggo blog e web magazine internazionali di tematiche varie, guardo video su YouTube, ascolto podcast e poi più spesso possibile mi perdo tra gli scaffali di saggistica in biblioteche e librerie, tra libri di filosofia e psicologia, antropologia e business, sviluppo personale e marketing.

Poi uscendo a camminare nella natura o mentre sono in scooter (con alla guida qualcuno che non sono io, ovviamente), o ancora mentre pulisco casa o mi prendo cura delle mie piante o faccio una delle rare docce che durano più di qualche minuto la mente si alleggerisce e allora nascono le idee migliori. Ma non posso dire che arrivino dal nulla, si tratta di momenti nei quali stacco la spina e allora forse il mio cervello crea collegamenti tra le informazioni che ho assorbito e tira fuori qualcosa di nuovo.

Durante la quarantena molte di queste attività sono state impossibili e mi sono adattata a immaginare di camminare tra scaffali virtuali su librerie online e a mettermi seduta al sole sul terrazzo durante le belle giornate che ci ha regalato il periodo tra fine inverno e inizio primavera. È nato così il progetto Creativi in Quarantena. Poi nelle settimane successive sono andata avanti con il pilota automatico lavorando a quello e solo quanto l’ho chiuso dopo oltre un mese sono tornata a guardare per aria, a dedicare tempo a leggere, ascoltare, pensare.

Vi racconto la mia quarantena

Una (nuova?) consapevolezza

Durante questo periodo di tre mesi posso dire di aver imparato cose su me stessa. Nonostante l’atmosfera non proprio rilassata, le sirene delle ambulanze che sentivo di continuo ogni giorno e l’impossibilità a uscire me la sono cavata. Un paio di volte ho avuto crisi di pianto, prontamente arginate da mio marito; ma erano più che altro uno sfogo alla tensione accumulata. Non sono mancati altri momenti di commozione composta a cose sentite, lette, immaginate.

Nonostante tutto questo non sono rimasta immobile, ho continuato con le mie attività, ho buttato un calendario editoriale che sarebbe stato fuori luogo con i contenuti che aveva in programma e ho ricominciato, ho creato un progetto che ha coinvolto decine di persone e che è arrivato a migliaia, che avete molto amato, che vi ha aiutati almeno un po’.

Posso dire che il tempo è passato in fretta nel mio caso. Se riguardo tutte le cose che ho fatto mi rendo conto del lasso di tempo trascorso da quando sono rimasta a casa ma se ci penso non percepisco i tre mesi vissuti. Sembra ieri.

Sono stata forte, o meglio, mi sono comportata come una persona forte, ho agito come tale. Sono stata e sono triste e preoccupata? Si, ma non avevo intenzione di lasciarmi bloccare. Nella vita in bassa percentuale conta quello che ti capita (o che succede intorno) ma la cosa che più conta è come si reagisce. E ne sono profondamente convita.

Poi essere nata nella parte “fortunata” del mondo, avere privilegi che consideriamo basici ma che in altri Paesi non sono così scontati di certo aiuta ad avere una base di fiducia nel futuro.

Cosa ho imparato dalla quarantena degli altri

Fondamentale per me è stato confrontarmi con le persone, con chi mi legge ogni giorno e mi ha scritto in privato sui social per chiedermi “come stai?”. E poi anche le persone che ho intervistato. Nel mio post La Quarantena degli Altri poi vi racconto cosa ho imparato da loro e cosa dovremmo imparare tutti e tenere bene a mente anche in futuro.


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Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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