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UN PRANZO IN PERSONA @ RISTORANTE GIACOMO ARENGARIO, MILANO

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Dopo mesi di collaborazione, un’intervista e apprezzamento reciproco, il tutto via web se escludiamo rapidi incontri tra lo showroom di Milano e la boutique di Padova, un paio di settimane fa ho avuto modo di conoscere il team del marchio Persona (parte del gruppo Max Mara e del quale vi ho parlato più volte). E non si è trattato del solito evento formale tra vini pregiati e micro-crostini tristissimi con coriandoli di salmone o gambi di sedano sconditi. Esattamente il contrario.

Seduti intorno a un tavolo, in una situazione assolutamente informale e rilassata, abbiamo parlato di curvy, di moda, di scelte di stile, di mete turistiche italiane (come le Cinque Terre e la via dell’Amore) e di ristoranti nei quali valga la pena mangiare.

Si, perchè abbiamo parlato anche di cibo. Ed abbiamo addirittura mangiato. Solitamente negli eventi “fashion” è un po’ un argomento tabù: nessuno fa commenti sulle portate, nè positivi nè negativi, e la maggior parte delle persone si limita a guardare o al massimo ad assaggiare.

blankTrofie con pesto alla genovese e mandorle tostate, risottino mantecato ai fiori di zucca, branzino con verdure, tartare di tonno agli agrumi.

Ma gli addetti ai lavori della moda non sono tutti così. E a pranzo nello splendido ristorante Giacomo Arengario di Milano, al terzo piano sopra al Museo del Novecento, con vista direttamente sul Duomo, ne ho avuto la prova: insieme a me Giancarlo Nizzoli, Direttore prodotto Persona, Francesca Ferretti, Responsabile comunicazione Marina Rinaldi/Persona e Susanna Reschiggian, fondatrice di Vivo Bene Donna. Indecisione  per la vasta scelta proposta nel menù, stupore davanti ai piatti serviti in modo splendido (ne sono prova le foto che abbiamo scattato), delizia di sapori e crisi totale davanti al goloso vassoio dei dolci.

blankCrostata alle fragoline di bosco e crema Chantilly, crostata ai frutti di bosco.

In piena conformità dello stile del marchio, che non incita al raggiungimento della taglia 38 per sfoggiare il bikini e che, al contrario, si impegna da anni allo scopo di vestire al meglio quelle che spesso vengono volgarmente chiamate “plus size”, “donne con le curve”, “taglie generose” o “morbide”; tutte parole che evocano qualcosa di troppo come sinonimo di sbagliato. Ma chi lo dice che questo “troppo” non vada bene? Anche il “troppo poco” dovrebbe far arricciare il naso a più di qualche persona, non credete?

Chi sono
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Erica Ventura, fondatrice di StyleNotes.it, web writer, editor e blogger Amo il bello e provo a circondarmene in ogni aspetto della mia vita. Credo fermamente nell’utilità delle liste e che il mix vincente in ogni cosa sia composto da semplicità, equilibrio e un piccolo dettaglio a contrasto. La mia casa, il mio guardaroba e quel che metto nel piatto ne sono la conferma.

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